E quindi uscimmo a riveder le stelle… è l’ultimo verso del canto 34 dell’Inferno” di Dante.
Nel settecentesimo anniversario della morte del “Sommo” la speranza di tutti noi è quella di lasciare quest’inferno e rivedere finalmente le stelle, i figli, i genitori, gli amici, … la vita!!
Buona Pasqua a tutti i nostri lettori.
Antonio Lanzaro
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I Racconti del Presidente: Ciro
Seduto su un marciapiede, il piccolo Ciro, contemplava con stupore misto a gioia le scarpette da calcio che gli aveva regalato il buon Don Mario, a lui che possedeva a malapena un paio di scarpe.
Aveva dodici anni e trascorreva le sue giornate sul campetto della “Casa dello Scugnizzo” dove la domenica si radunavano ammiratori e compagni per ammirare le sue giocate. Aveva circa sedici anni quando Don Mario gli trovò un posto di cameriere su una nave da crociera: era addetto al riordino delle c...
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I Racconti del Presidente: Paolo e Pierino
Tre mesi era durato l’amore tra Mariuccia e John. E il Marine se ne era tornato negli States, lasciando incinta la ragazza napoletana che, a soli 20 anni, orfana di padre, si vide costretta, nel giugno del 1945 a lasciare il frutto di quell’amore figlio della miseria e del bisogno, davanti al portone dell’Istituto Materdei delle Figlie della Carità.
Le Figlie della Carità, accolsero i due neonati, gemelli, come figli. Era il 29 giugno del 1945, li chiamarono Pietro e Paolo. I due bimbi crebbe...
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I Racconti del Presidente: Gennarino
Tra i combattenti dell’Esercito Italiano sul Monte Grappa vi erano i c.d. ragazzi del 1896 e tra questi molti meridionali, in specialmodo napoletani. Gennarino era tra questi, alto, magro faceva il fornaio. In trincea, i napoletani erano bersagliati con offese e contumelie dai commilitoni del nord. In particolare un veronese di nome Pinin, quotidianamente apostrofava Gennarino, “terun”, “puzzi napoletano”, “ti auguro che questi ti facciano fuori”!!
Gennarino, non rispondeva ma continuava a so...
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I Racconti del Presidente: Marittiello
Dalla fine degli Anni ’60, all’angolo tra il Corso Garibaldi e Via Casanova insisteva una bancarella di frattaglie: trippa, musso, centopelli e varie. Il “Titolare” era un certo Marittiello sopranominato “Marittiello calle e trippa”. Della rivendita eravamo clienti affezionati, infatti, con Genny e Carlo nelle nostre scorribande “alimentari” fatte di pasta cresciute, panzarotti e brodo di polpo, non disdegnavamo il “dessert” da Marittiello.
La sosta alla bancarella era altresì occasione per ...
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Quelli di Materdei
Impreziosito da chiese e palazzi storici, eletto, a suo tempo, per l’ambientazione di un celebre episodio del famoso film “L’oro di Napoli”, il rione di Materdei si colloca come una sorta di simpatico, soleggiato paesino nel cuore del capoluogo campano.
Luminoso, ad un tiro di schioppo dal centro storico cittadino, dalla collina del Vomero e dal lussureggiante bosco di Capodimonte con la sua prestigiosa reggia, può vantare un teatro, ampi, eleganti parchi verdeggianti e piacevoli edifici di i...
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L’Associazione compie trent’anni
Mi fa piacere pubblicare il racconto “L’Associazione compie trent’anni” sulla rivista “Lo Scugnizzo” in quanto è il resoconto di anni entusiasmanti da me vissuti quale fondatore con altri amici dell’“Associazione ex alunni lasalliani” nel 1986 della quale tuttora sono il Presidente, anche se il glorioso istituto di Materdei ha chiuso i battenti nel 2009.
Il racconto è tratto dalla Rivista Lasalliana del 1992 da me voluta e diretta. Vi compaiono tanti amici, alcuni non più tra noi, ma sempre p...
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8 marzo: omaggio a tutte le Donne
Questo sonetto di Pietro Jacopo De Jennaro, poeta nato a Napoli nel 1436 e qui morto nel 1508, accademico pontaniano, tratto dalla Raccolta “Rime e Lettere”, è un omaggio a tutte le donne nel giorno ad esse dedicato.
Donna zentil, che tra le donne un sole
sei di splendore e de bellezze ornata,
vaga, polita, onesta, in atti et in parole,
o specchio, ove spechiar Amor si sole,
triunfo di natura, alma dotata
d’ogne virtute, o dea sola adorata dal cor mio lasso che te bra...
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Il Violino
Qualcuno in Via Scarlatti certo l’avrà veduta:
su un piccolo sgabello era seduta
un cappelluccio in testa, il volto stanco,
la custodia di un violino accanto.
Con una mano forte la stringeva
Mentre con l’altra la carità chiedeva.
Forse al San Carlo avea suonato un tempo,
quando era giovane e vivo il suo talento.
Un giorno fu trovata come addormentata,
la custodia a terra abbandonata;
non la stringeva più, mollata avea la presa:
a un lungo, ristoratore sonno s’era arresa.
Le bia...
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Ricordo di Capri
Capri nel novecentotrenta!! Che cos’era?!
Na scultura antica, ‘nu quadro, ‘nacullana ‘e perle,
najurnata ‘e sole, ‘nu cielo chin’ ‘e stelle.
N’cesteve ‘nu silenzio ‘ncantatore
ca te ‘ncatenava ‘e senze, ca te ‘ncatava ‘o core:
dint’a cchillu silenzio ‘o canto de ssirene,
tutt’era pace, tutt’era accussì overo.
Cu ‘a sincerità ‘e’nulietto ‘e sposa,
nterr’arena, sunnà putive, quanno calav’ ‘a sera.
Ero ‘o Paravise ‘nterra, ‘nu ciardin affatato,
nu’ suonno ‘e ggiuventù ca mo’ è passato.
S...
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