(n.d.r. Segue da 1° febbraio 2021)
Mi risvegliai in casa mia in Via Piscicelli, sul letto della mia camera. Mi affacciai al balcone e come sempre… traffico caotico, auto parcheggiate in seconda e terza fila, smog incredibile. Inorridito chiusi tutto e andai via.
Decisi di fare quattro passi fino a Piazza Vanvitelli dove avrei preso la Metropolitana. Nell’uscire dal cancelletto interno della scala, inciampai nel tappetino e battei la testa.
Nulla di grave, mi rialzai e un po’ intontito guadagnai l’uscita. Alla fine dell’androne incrociai il vecchio portiere, Raffaele che mi salutò, “Buongiorno Signor Tonino”. Non credevo ai miei occhi e il giovane portiere di quegli anni? Uscii sulla strada. Un’aria tersa e un sole cocente mi investirono.
Davanti al palazzo, regolarmente parcheggiata la mia 850 coupé rossa. Incredulo e basito guardai il quadrante dell’orologio stradale: 24 luglio 1966. Mi guardai intorno e come uno zombie attraversai la strada agevolmente e mi incamminai per Via Verdinois. Arrivai in Via Niutta, attraversai all’altezza del Ristorante “Il ragno d’oro” e incrociai lo sguardo del cameriere che mi fece… “com’era la pizza ieri? “ottima” risposi come un automa. Arrivai in Piazza Medaglie d’oro e entrai nel Gran caffè Sangiuliano, presi un caffè e salii al piano superiore nella sala da tea. Mi salutò Giancarlo, un cameriere.
Ridiscesi sulla strada e mi incamminai per Via Bernini. Mi fermai dinanzi al Cinema “Bernini”, davano “L’Armata Brancaleone” e poi in Via S. Gennaro Antignano dove imboccai Via L. Giordano.
Una dolce aria primaverile, un sole inebriante, negozi prossimi all’apertura. Arrivo in Via Scarlatti. Al Cinema Ideal, con disappunto vedo un cartello che dice “Prossima apertura Galleria Zuppardo”. Che peccato l’Ideal aveva chiuso i battenti. Attraversai e entrai da “Daniele” mangiai una pizzetta, bevvi un’aranciata e continuai il mio peregrinare. Piazza Vanvitelli… tanti passeggini, tanti bimbi, arrivo in Via Morghen. Mi fermai davanti all’ingresso del Cinema Ariston. Davano “Uccellacci e uccellini”. Sembravo Alice nel paese delle meraviglie. Ritornai in Piazza Vanvitelli e sentii…Tonì… e vidi il mio amico Aldo che continuò… “che ci fai qui a quest’ora”… Ed io. “Vado a prendere la metropolitana”… mi guarda stravolto e dice… “La che?”. “La metropolitana” risposi. E lui… “Tonì ma ti senti bene”.
A quel punto squillò il mio cellulare. Risposi. Era Anna… “Mi chiese dove fossi”, ed io, “sono a Piazza Vanvitelli, sto parlando con…”. La voce si strozza. Aldo non c’era. Chiusi con… “ci vediamo tra poco” e scesi le scale della metro.
Alla fine della prima rampa mi attendeva un uomo, alto, biondo con gli occhi azzurri, con un completo grigio molto elegante, sorridente. “Mi scusi” esordi, “Prego risposi”. “Noi ci conosciamo”. Effettivamente quel volto mi sembrava familiare. Ma non riuscivo ad inquadrarlo. “Lei forse non ricorda, ma già… a Mercogliano le accennai che era stato travolto da una tempesta magnetica e quindi entrato in uno spazio temporale diverso dal suo. Ora le aggiungo che contemporaneamente si è aperta la “Porta del cielo o Stargate” che l’ha catapultata nel 1960 e successivamente nel 1980 e infine nel 1966. Ma siamo riusciti a chiudere lo “Stargate” per evitarle ulteriori viaggi nel tempo, infatti guardi la data sull’orologio”. Effettivamente sul mio Citizen… 20 gennaio 2021. Ero frastornato, intontito.
Quell’uomo mi aveva ipnotizzato. Mi guardò negli occhi e disse “La saluto”. E rapidamente scomparve. Rimasi immobile in mezzo alle scale… Un uomo e una donna mi scrollarono “… Signore, si sente bene?”.“Sì grazie”, risposi e continuai a scendere le scale, inveendo contro la Legge “Fortuna-Basaglia” che aveva chiuso i manicomi. Mi venne incontro mia moglie che sorridendomi mi dette un bacio. Insieme prendemmo la metro verso casa.
Antonio Lanzaro