È stato l’avvocato e poeta Carlo Del Preite il relatore dell’ultimo appuntamento di “Momenti di poesia”, regolari incontri mensili organizzati, sulla collina napoletana del Vomero, nei locali della biblioteca “Benedetto Croce”, dall’associazione “Rinascita Artistica Partenopea”, dedicati all’arte dei versi nelle sue espressioni storiche e contemporanee.
Facondia forense e sensibilità di artista, quindi, per tratteggiare il profilo di Rocco Galdieri, autore di versi e giornalista napoletano che vide la luce il 18 ottobre 1877, per spegnersi, appena quarantaseienne, il 16 febbraio 1923, una ingrata sorte che pur non gli impedì di rivelare, ancora adolescente, facilità versificatoria (allievo del prestigioso liceo “Vittorio Emanuele II” svolgerà i temi in versi), vena satirica (sarà espulso dalla scuola per aver scritto e divulgato sonetti contro il docente di letteratura) e temperamento indomabile dalle avversità che lo fecero autore della raccolta poetica “Penta” (ispirata dall’omonimo, sperduto paesino salernitano dove lo relegò il padre per punirlo dell’espulsione scolastica), fondatore, proprietario, direttore ed insegnante di una scuola (a dispetto dei desideri del genitore che lo volevano farmacista come lui o medico), artefice di una poetica sensibile alla brevità della vita, al dolore umano ed alla ineluttabile fugacità del tempo, sottilmente suggeritagli anche dalla sua cagionevole salute, ma pure autore di canzoni, brillanti commedie dialettali e pagine teatrali che ebbero l’onore della trasposizione cinematografica, giornalista, anche con lo pseudonimo Rimbaldo, per prestigiose testate come Il Mattino o il famoso periodico umoristico Monsignor Perrelli, artista meritevole delle attenzioni critiche di intellettuali del calibro di Pier Paolo Pasolini, e padre di quel Michele Galdieri, commediografo, sceneggiatore ed autore della celeberrima canzone “Munasterio ’e Santa chiara”.
A corroborare la sensibile illustrazione di Carlo Del Preite, le declamazioni di Bruno Basurto e Peppino Esposito, gli interventi musicali del cantante chitarrista Tullio Sabella ed un documento cinematografico realizzato da Silvio De Pasca.
A coronare l’encomiabile serata, la consueta declamazione libera di poeti presenti in sala.
Rosario Ruggiero