Ad oggi la sensibilità sulle questioni di genere è cresciuta, ma c’è ancora troppo silenzio. Anche tra i giovani, coloro che dovrebbero essere pronti a cambiare la situazione. Cosa pensiamo davvero noi giovani delle questioni di genere, oltre quello che tutti i giorni genitori e giornalisti continuano a ripeterci? Quanto la situazione ci spaventa e ci rattrista veramente? Questo è ciò che qualche giorno fa ho chiesto a due miei compagni di classe, un ragazzo e una ragazza di 14 anni che come tutti, adulti e bambini, hanno una loro opinione che ho pensato non dovesse rimanere nel buio, perché parlando con loro mi sono resa conto che davanti a questioni come femminicidi e maschilismo tutti noi, noi giovani, proviamo una sofferenza che se non espressa adesso, quando abbiamo tempo e forse un po’ più di coraggio, rischia di diventare la paura che un domani ci farà tacere, perché pensare non è uguale a dire e a volte le parole dette a voce alta sono fondamentali per un cambiamento concreto. “Molte donne in questo momento si sentono ancora impaurite per quello che succede (parlando dei femminicidi) e continuerà a succedere ancora per tanto tempo se le persone non si rendono conto del problema e non cercano una soluzione, anche la scuola dovrebbe cercarla, perché è vero che fanno degli incontri per la giornata contro la violenza sulle donne però questa cosa serve a poco, è un concetto che si dovrebbe imparare a scuola tutti i giorni” ci dice la ragazza, sentendo già il peso di una paura che il mondo ancora stenta a denunciare. “Le donne devono essere tutelate, devono essere aiutate nell’affrontare questa situazione, è incredibile che nel 2023 sia ancora possibile che avvengano dei femminicidi. Però una donna rischia di essere maltrattata così come anche un uomo, quindi dobbiamo parlare di parità di genere, dobbiamo essere convinti che non esista differenza tra uomo e donna, dobbiamo essere tutti uguali per la società” ci dice il ragazzo, confermando di nuovo la consapevolezza che la nuova generazione ha su questo argomento. C’è forse un silenzio che cerchiamo di nascondere ogni giorno per convincerci di miglioramenti su questa questione?
Laura Sarli