Da bambini nascono i primi interessi, nell’adolescenza quegli interessi, per necessità, diventano passioni. C’è bisogno di qualcosa che soddisfi, che ci faccia venir voglia di sacrificare le ore al cellulare, che distragga. E così, si ci avvicina al mondo dello sport, un qualcosa che grazie a stretching, salti e flessioni ci tiene per un po’ lontani da famiglia e scuola, ma che riesce comunque a non farci sentire soli. E ce lo può testimoniare Antonia Nocera, studentessa delle scuole medie che pratica ginnastica ritmica da circa dieci anni e che proprio quest’anno è arrivata sul podio alle regionali “riesce a non far pensare alle preoccupazioni” ci dice “anche se è comunque un grosso impegno mi fa piacere farlo, quasi tutte le sere finisco di studiare tardi, però se poi vado a pensare di non fare più questo sport non ce la potrei mai fare, se ti piace non diventa un peso ma una passione che mi permette di non pensare” e in un periodo dove le nostre idee si vanno a formare, i pensieri non mancano di certo, lo sport è appunto importante anche per questo, riesce a insegnare anche senza parole, semplicemente attraverso l’esercizio, dando i benefici fisici, e con l’amicizia tra compagni di squadra, dove si riesce a non spezzare quel filo sottilissimo che c’è tra affetto e voglia di vincere.
“Nella ritmica tu sei contro le tue amiche durante le gare però c’è comunque un rapporto d’amicizia a rendere sana la competizione, nonostante ci sia una competizione io sono contenta se una mia amica arriva al primo posto” ma non è sempre così, molte volte quel filo viene spezzato, spesso non per volontà dei ragazzi, rovinando il divertimento e distruggendo quella scappatoia per la noia e lo stress “una volta ho assistito a due ragazze che si stavano per picchiare, molte volte per arrivare al primo posto si tende a tralasciare le cose importanti, questa cosa secondo me parte anche dalle madri, non solo nella ginnastica ritmica ma anche in molti altri sport, come la danza, una mia amica ha dovuto lasciare la danza perché c’era troppa competizione nella sua palestra, tu non riesci a dare il meglio di te se tu pensi che per fare una cosa devi superare l’altra”, di conseguenza ci si priva anche di quelle sensazioni che solo una passione può dare, di quei momenti impossibili da immaginare se non vissuti “quando dicono – si prepari la prossima atleta… – viene l’ansia, poi però appena entro è come se si fermasse il tempo” e penso che siano proprio quelle sensazioni i momenti che ricordiamo con maggior piacere alla fine della nostra vita.
Laura Sarli