La musica a scuola

Ieri avevamo anticipato alle nostre Lettrici e ai nostri Lettori un nuovo progetto. Partiamo oggi con “La Redazione de Loscugnizzo apre le porte ai giovanissimi giornalisti in erba” con il primo articolo a cura di una giovanissima “penna” o meglio “tastiera” dal titolo La musica a scuola.

 

Sono pochi gli studenti che riescono a stabilire un buon rapporto con la scuola, i fattori sono tanti: gruppo classe, insegnanti e passioni, da cui dipende la nostra serenità. Una delle domande più frequenti che noi ci rivolgiamo è “Perché imparare a disegnare se non diventerò pittore? Perché imparare formule e numeri? Perché saper suonare se non sarò un musicista?” la risposta non è facile da trovare alla nostra età ma è più ovvia di quel che pensiamo. La cultura è una difesa, con cui possiamo ammirare e distinguere il vero dal falso, costruiamo un bagaglio che ci tornerà utile, è importante arricchirlo con tutto ciò che possiamo aggiungere ed è dovere della scuola aiutarci. A questo scopo nascono le sezioni musicali nelle scuole medie dove gli studenti hanno la possibilità di studiare uno strumento musicale specifico, che rientra nelle materie proprio come tutte le altre e che non va quindi confuso con un’attività pomeridiana. Non occorrono ulteriori spese se non l’acquisto dello strumento. “E’ una pratica molto socializzante, arricchisce le capacità ed è poi un’opportunità di apprendimento per il lavoro” ci spiega il Professore Vincenzo Leurini, insegnante di tromba da trentasei anni, da dieci all’Istituto Comprensivo Statale Foscolo-Oberdan, e da studentessa che per più di due anni ha vissuto questa esperienza, posso confermare, studiare uno strumento musicale nella mia scuola (D’Ovidio Nicolardi) ha facilitato la mia routine. Gli insegnanti hanno tenuto conto dei nostri impegni, la classe si è conosciuta meglio, sono da tempo abituata a reggere un orario più prolungato e a far coincidere scuola e svago e sì, ci sono poi i momenti dove vorrei solo stare al cellulare, ma con una buona organizzazione, il tempo si può trovare. Veniamo anche abituati ad esibirci in pubblico, con il saggio di fine anno, l’orchestra e altri eventi ed è inutile dire che la soddisfazione di sentire un brano ben riuscito, è impagabile.

Laura Sarli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.