I Racconti del Presidente: Ritorno al Passato  –  Countdown dimensione zero

(n.d.r. Segue da prima parte 25 gennaio 2021)

Proprio non riuscivo a capire. Comunque tornai in auto per rientrare a Napoli. Dopo qualche minuto cominciò a piovigginare. La pioggia si intensificava e istintivamente rallentai fino a fermarmi sotto un cavalcavia. Ero stanchissimo e mi addormentai.

Mi risvegliai in una piazza a me familiare: Piazza G.B. Vico, di fronte avevo il fabbricato dove ero nato e dove c’erano tanti amici. Non capivo. Fu un caso, così detti uno sguardo all’orologio al mio polso, segnava le 19.15 del 23 Novembre 1980. Era domenica e la Piazza brulicava di gente. Ero frastornato e camminavo lentamente. Una forza mi spingeva verso l’ingresso dell’enorme fabbricato. Fu un attimo, mi fermai a pochi metri. Un lampo nei miei occhi, come se il cervello avesse avuto un messaggio su un drammatico avvenimento che avevo già vissuto: alle 19.34, un devastante terremoto avrebbe sconquassato Napoli e tutto il Meridione. Dal fabbricato stavano per uscire due amici: un ragazzo di 14 anni e un giovane di 38. Sarebbero stati investiti ed uccisi da un cornicione crollato dai tetti. L’orologio segnava le 19.25, vedevo i due fermi nella guardiola del portiere a guardare la domenica sportiva in TV. Se li avessi bloccati senza farli uscire  non sarebbero morti. Il cervello era in subbuglio, tremavo. Una forza occulta mi spingeva verso i due, mancavano pochi minuti. Ma cosa sarebbe successo se i due fossero sopravvissuti. Avrebbero avuto famiglie, figli e nipoti ed ancora altre famiglie: ad essi collegate.

Ero sconvolto, mancava poco alle 19.34. Ricordai un film visto nel 1980 “Countdown dimensione zero”, dove una portaerei americana era “incocciata” in una tempesta magnetica che l’aveva trasportata indietro nel tempo al 7 dicembre 1941, pochi minuti prima dell’attacco giapponese a Pearl Harbour. Se fosse intervenuta avrebbe cambiato decisamente e rapidamente il corso della storia. Ma gli ufficiali dopo una drammatica riunione desistettero dall’intervenire per non cambiare il futuro del mondo.

Ero paralizzato e bloccato a pochi metri dall’ingresso, anch’io desistetti purtroppo! Erano le 19.34; in un attimo l’inferno, le urla, la polvere, il sangue, l’apocalisse; tutti correvano intorno a me. Fui travolto e calpestato, poi il buio… (segue)

Antonio Lanzaro

 

 

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