“Marinella e gli Aquiloni”, un progetto per l’inclusione.

 

Si terrà il 13 settembre 2019 dalle ore 15.00 alle ore 18.00 in piazza del Gesù n. 11 a Napoli l’incontro di presentazione della Rete di Marinella e del progetto “Marinella e gli Aquiloni”, organizzato dal Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità – Ufficio di Esecuzione penale esterna di Napoli.

Si tratta di un importante momento di confronto fra tutti i soggetti che parteciperanno alla costituzione della Rete con altri organismi del territorio, nell’ottica di un intervento sinergico che promuova l’inclusione dei soggetti in area penale.

Interverranno: dr.ssa Maria Bove Dirigente UIEPE di Napoli; dr.ssa Maria Di Santo UEPE di Napoli; dr.ssa Concetta Crifò Direttore Ussm di Napoli; dr.ssa Daniela Diaspro Ussm di Napoli; dr. Angelo Sorrentino Prap Campania – Ufficio Detenuti e Trattamento; Prof. Samuele Ciambriello Garante Regionale per le persone detenute; dr.ssa Roberta Gaeta Assessore alle politiche sociali Comune di Napoli; dr. Francesco Chirico Presidente Municipalità 2 Comune di Napoli; dr.ssa Susi Cimminiello Assessore al Welfare Municipalità 2 Comune di Napoli; dr.ssa Giovanna De Rosa Centro Servizi Volontariato; dr.ssa Forte Giuseppina UEPE di Napoli;       dr.ssa Raffaella Papa Forum Responsabilità Sociale Condivisa; dr. Pasquale Calemme per il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza; Don Franco Esposito per la Conferenza Regionale Volontariato Giustizia; dr.ssa Giusy Saltella per la Rete di Solidarietà Popolare; dr. Pasquale Costanzo per il Centro Sviluppo Locale ed Associazione Cantiere Giovani; dr.ssa Patrizia Ciotola Consultorio Familiare Toniolo e Laboratorio “Passepartoux”

“Marinella e gli aquiloni” è un’idea progettuale promossa dall’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Napoli nell’ambito del progetto formativo “La comunità da fare” proposto dalla scuola superiore di esecuzione penale “Piersanti Mattarella” nel 2018.

“Siamo una rete informale di operatori sociali e politici composta da amministratori del territorio, educatori, insegnanti, assistenti sociali, mediatori culturali e linguistici, psicologi, sacerdoti – evidenziano gli organizzatori -.  Tutti noi abbiamo un comune vivo interesse perchè il territorio in cui viviamo o viviamo lavorando sia un ambiente positivo, accogliente, nutriente. Un territorio sul quale ci siamo a lungo confrontati, ognuno apportando al ragionamento la sua specifica valenza, la sua prospettiva, il suo sguardo.  Il nostro incontro – proseguono – ci ha fatto scoprire di essere fortemente radicati ad un territorio che ha trascorsi storici, artistici ed economici di gran rilievo”.

La zona di riferimento è quella di Mercato-Pendino che insiste sul territorio della Municipalità 2, ricca di scambi economici, facilitati dalla rete delle comunicazioni e che gode della presenza del mare e su cui insistono le attenzioni di molteplici Istituzioni (Min.Interno, Economia, Istruzione, Salute, Giustizia), ecc.

Zona dalla grande tradizione storico-culturale, densamente popolata, nel corso del tempo, purtroppo, è andata soggetta a progressivo degrado ambientale e sociale, evidenziato a più voci dai cittadini che, però, non sono riusciti a diventare “attori di cambiamento”.

La Rete di enti ed associazioni, si propone:

  • di ricomporre la frammentazione dell’offerta dei servizi da parte degli enti e delle associazioni creando RETE
  • di contrastare la sensazione prevalente di “abbandono” dei cittadini assicurando la PRESENZA
  • di riqualificare un luogo/un ambiente da RESTITUIRE alla cittadinanza
  • di promuovere azioni di CITTADINANZA ATTIVA
  • di sostenere l’adozione di modelli di COMPORTAMENTI POSITIVI E COLLABORATIVI che contrastino i modelli dettati dalle logiche devianti
  • di richiamare la cittadinanza a riappropriarsi dei LUOGHI e delle STORIE del territorio riaccendendo il SENSO DI APPARTENENZA E DI COMUNITA’.

Un progetto forse ambizioso ma entusiasmante che mira a “contrastare lo scollegamento degli enti e delle associazioni che operano su questo territorio promuovendo la reciproca conoscenza (una mappatura attiva) e l’interazione su comuni interessi (l’ambiente, il lavoro ecc.), che possa favorire una fitta rete di interconnessioni, positive e nutrienti, che possa sviluppare azioni positive a favore dei cittadini integrando i cittadini stessi anche avvalendosi di quelle persone in “area penale” che potrebbero dare un forte senso di riscatto e di risarcimento al loro operato”. “Una rete formalizzata, che possa avere una sua dimensione “fisica” nel territorio, un suo luogo di cittadinanza attiva, un “luogo di comunità” dove il cittadino potrebbe essere orientato nella risoluzione delle proprie variegate istanze, ma anche dove possa incontrarsi e confrontarsi, un “punto di comunità” – concludono gli organizzatori.

 

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