Piazzetta S.Gennaro a Materdei, si trova nella parte vecchia del popolare Rione. Lì in un “Basso” era nata Ninetta; la mamma, “Mariuccia ‘a sarta” l’aveva concepita con un ufficiale americano durante l’occupazione, che, poi, era rientrato negli “States”.
Mariuccia, dagli anni 50, lavorava in una sartoria alla Riviera di Chiaia e spesso portava con sé Ninetta che in un cantuccio divorava i “Topolino”, in attesa della fine della giornata. Ninetta era una bambina molto bella, bruna, con gli occhi azzurri del padre.
Nell’autunno del 1953 veniva spesso una Signora che si faceva confezionare il vestito per la Prima Comunione del figlio. Il figlio, coetaneo di Ninetta, puntualmente accompagnava la mamma.
“Topolino” fu il tramite della amicizia tra i due bambini che ogni volta, a malincuore, si lasciavano, dandosi appuntamento per le “misure” successive.
Qualche mese dopo, i vestiti erano finiti e nella primavera del 1954, Tonino, era il nome del bambino, si presentò in sartoria con un grosso scatolo; invitò Ninetta al balcone che si affacciava sulla Villa Comunale e glielo consegnò. “Ti ho portato un regalo” disse “Aprilo”. Ninetta, emozionata, aprì lo scatolo. Era una bambola bruna con gli occhi azzurri, con un vestito da Principessa. Con il cuore a mille Ninetta sussurrò “Grazie”. Tonino, timidamente, avvicinò le labbra ad una guancia di Ninetta e disse “Ciao, speriamo di vederci ancora”.
Ninetta, con gli occhi lucidi, ricambiò quel tenero bacio, giusto in tempo per sentire la voce della Signora “Tonino, andiamo”. Non si videro più!!
Nel 1966, Mariuccia si era licenziata e messa in proprio e aveva fittato un appartamento a Materdei Nuova, suo vecchio quartiere. Ninetta, studentessa universitaria della Facoltà di Lettere era molto bella e corteggiatissima. Era il periodo dei balletti in casa, che cominciavano alle 18 e finivano alle 21.
Un sabato di primavera del 1967, un balletto “affollatissimo”: cinque ragazze e dodici maschietti. Ninetta, la più bella e la più invitata a ballare. Sul piatto “Stand by me”, Ninetta ebbe un sussulto: l’amica padrona di casa, introdusse un ragazzo con gli occhiali, sorridente e carino. Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono. Il ragazzo vedendo Ninetta, corrugò lo sguardo pensieroso. Con passo lesto, si avvicinò al “piatto” rimise “Stand by me” e invitò Ninetta a ballare. Si susseguirono “Yesterday”, “Don’t play that song”. Ninetta era paralizzata: era Tonino!! Il ragazzo, ballando, sussurrò “ho l’impressione di conoscerti”, “non credo”, rispose Ninetta, ma lui continuava a guardarla con gli occhi corrugati, “come ti chiami”. Anna, rispose Ninetta e lui “io sono Tonino”. Tutta la serata continuò a guardarla, sempre pensieroso. E a lungo ballarono: Tonino, volutamente, evitava di …stringerla.
Il lunedì mattino, Ninetta usciva dalla Facoltà con alcune colleghe. In Piazzetta Ruggero Bonghi c’era Tonino.
Le si avvicinò e… “Ciao Ninetta”, le si rivolse. La ragazza era senza parole e Tonino proseguì “Tutta la notte ho pensato a te, alla bambola con gli occhi azzurri e a quel mattino di primavera di tanti, tanti anni fa”… in un attimo Tonino le prese la mano e non gliela lasciò. Ninetta non riusciva a parlare… Mano nella mano, in silenzio, si incamminarono verso Via Mezzocannone e… verso il futuro.
Antonio Lanzaro