Con musiche eseguite dai chitarristi Giuseppe Di Taranto e Antonello Orlando ed una introduzione illustrativa del critico d’arte Nino D’Antonio, è stata inaugurata, giovedì scorso, a Napoli, presso Studio 49 Videoarte, la mostra pittorica, di Giuseppe Labate, “Eros e Topos. Le due facce di una ricerca”.
Torna, così, dopo due anni, nel piccolo locale partenopeo di via Lungo Gelso, questo fisiatra calabrese dalla prepotente passione per tele, colori e paesaggi marini. E torna con immutata propensione per le vedute d’acqua ed un buon numero di opere a raffigurare onde spumeggianti o quieti sciabordii sovrastati da barche a vela, affiancandovi, però, stavolta, anche una altrettanto ampia produzione di procaci immagini muliebri, tornite, sinuose, provocanti.
“L’eros è fra i temi più a rischio per un pittore. E non solo. È facile indulgere a dettagli e particolari che levano immediatezza alla rappresentazione. E soprattutto cedere a quelle forme di compiacimento che sconfinano spesso nell’oscenità. Il dottore, pur attratto dal tema e dalla scelta di renderlo senza veli, si è tenuto lontano da queste tentazioni, senza tuttavia rinunciare (ed è qui la forza della ricerca) all’esplosione di una sensualità decisa e convincente” secondo l’autorevole opinione di D’Antonio.
Noi, personalmente, già lodammo la nobiltà di uno spirito di schietta educazione scientifica così appassionatamente vicino alla sensibilità artistica. Oggi ne possiamo chiaramente apprezzare un affinamento della perizia tecnica, specialmente nei nudi, pur eleggendo, a nostro giudizio, nell’intera esposizione, in particolar modo una rappresentazione di imbarcazioni ormeggiate piacevolmente dispensatrice di una certa suggestione grafica e cromatica.
L’attesa della prossima prova di Labate è quindi ammantata della fiduciosa convinzione di esiti ancor più fini.
Nel frattempo l’attuale esposizione resterà visibile, ad ingresso gratuito, fino al 9 luglio prossimo, dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 20, tutti i giorni, opiniamo, non risultando alcuna altra restrizione né sui manifesti, né sui foglietti illustrativi.
Rosario Ruggiero