Neppure la pioggia ha sminuito la bellezza della mostra a cielo aperto tra le vie del sito archeologico tra i più importanti al mondo: Pompei teatro dell’esposizione di 30 magnifiche sculture ispirate all’iconografia classica di miti e leggende.
Gli splendidi colossi di bronzo popoleranno Pompei fino all’8 gennaio 2017, apparizione evocativa nella cornice dell’area archeologica e simbolo di un legame osmotico tra storia e arte contemporanea, e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto tenere a battesimo il vernissage “Mitoraji a Pompei”, a due mesi dall’allestimento, inaugurando l’esposizione il 14 maggio, alla presenza anche del Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini.
Igor Mitoraji è stato artista, pittore e scultore, con uno stile fortemente radicato nella tradizione classica ed una particolare attenzione ai busti maschili; dopo un viaggio a Carrara, nel quale si convinse ad utilizzare anche il marmo per le sue opere scultoree, decise, nel 1983, di stabilirsi in Italia ed aprire il proprio atelier a Pietrasanta. La sua svolta post-moderna si concretizzò attraverso l’ostentata enfatizzazione dei danni subiti dalle sculture classiche, ottenuta mediante la realizzazione di arti e teste troncati.
L’esposizione pompeiana dedicata all’artista franco-polacco, morto il 6 ottobre del 2014 a Parigi, è la naturale continuazione delle esposizioni ai Mercati di Traiano e Fori imperiali di Roma e alla Valle dei Templi di Agrigento.
Dall’Icaro caduto, al Centauro, all’Eros Bendato, simboli muti e iconici, le opere di Mitoraj rievocano il valore profondo della classicità nel mondo contemporaneo. Stefano Contini, che ha curato l’organizzazione della mostra, sintetizza: “Non è stato facile trasportare queste immense opere e collocarle in un luogo così delicato. Ma la soddisfazione è che ora si parla di questa mostra come la più importante al mondo nel 2016”.
“L’unico rammarico”, come ha dichiarato il Presidente Mattarella: “è che Mitoraj non abbia potuto vedere realizzato questo suo sogno. Pompei dimostra che la cultura può avere una grande ricaduta per la crescita del Paese, produce benessere”.
Rossella Marchese